Bipolare in mania: più vittima che autore di danni.
- Da Mabiem
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Il disturbo bipolare è spesso rifiutato come diagnosi perché la sua componente fondamentale, cioè l'eccitamento, è dal cervello visto come un punto di forza, e non l'origine del male. Il male è riconosciuto e isolato nella parte depressiva, mentre la parte eccitatoria è tipicamente inseguita, sollecitata e rimpianta come momento di normale energia, buone idee, potenzialità e rinnovamento.
Proprio questa visione della mania rende, chi soffre di disturbo bipolare vulnerabile, e la sua vulnerabilità è presente quando è eccitato più di quanto non sia presente quando è depresso. La depressione inibisce l'iniziativa e isola, l'eccitamento fa esporre le persone e fa loro prendere iniziative.
Facile, in queste circostanze, che si diventi generosi, che si dia fiducia agli estranei, che si sia ingenui nel credere a promesse, miraggi, racconti fasulli e millanterie di personaggi che entrano nelle nostre vite. Facile sia per una superficialità data dall'eccessivo ottimismo, sia per la sensazione di riuscire a "cogliere" delle buone occasioni, mandate dalla provvidenza per dare una svolta alla propria vita. In questo innamoramento delle novità, delle occasioni, in questo slancio verso il futuro sconosciuto ma ricco di prospettive, in questa ribellione verso una nuova vita, ecco il momento di vulnerabilità.
L'eccitamento spoglia delle proprie difese, e pertanto non è un momento di estrema forza, come sembra a chi lo "indossa", ma un momento di estrema vulnerabilità. Le truffe, i raggiri e i rischi a cui si va incontro in fase maniacale sono estremamente banali e evidenti agli occhi di chi guarda dall'esterno, perché la differenza la fa il cosiddetto "sentimento" di realtà, per cui la persona in fase euforica non mette in conto il negativo, a patto che le persone lo assecondino o lo esaltino con promesse e prospettive favorevoli. In fase maniacale, insomma, si è una vittima più spesso di quanto non si sia autore di danni.