Riflessioni su AMA Online
- Da Mabiem
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La condivisione contiene di per sé, un effetto benefico, a livello emotivo, cognitivo,. Portare fuori da sé, quello che si muove dentro, è un processo complesso che coinvolge motivazioni consce e inconsce, la relazionalità, la proiezione dei nostri oggetti interni, la messa in discussione di ciò che siamo e di come ci vediamo, la visione che noi abbiamo degli altri e del mondo intero.
La condivisione ci insegna che non siamo gli unici, i più sfortunati, altri hanno le stesse problematiche, non siamo così orribili, non c’è nulla da nascondere, nulla di così terribile, ci insegna che quel terreno innevato, può essere oltrepassato senza violenza e vergogna. Da qui, arriva la prima rassicurazione, la conferma di sé e della propria identità. La consapevolezza di avere un problema, che ha un nome, uno specifico andamento ed è comune ad altre persone, permette di ampliarlo in termini di occorrenza, di restringerlo e ridimensionarlo, in termini di dimensioni e di potere. Quest’operazione risulta rassicurante, ma soprattutto fornisce una gran chiarezza e maggiore conoscenza su sé e su come inquadrare la propria sofferenza. I vantaggi descritti, mettono in risalto la componente conoscitiva-cognitiva. Non di meno, esiste una componente emotiva, che costituisce l’elemento principale e primario. Condividere con altri, che usano la stessa lingua, conoscono la stessa realtà, possiedono la stessa consapevolezza, fa sentire “finalmente” “compresi”! Poter giungere finalmente alla condivisione emotiva, permette di oltrepassare un grande traguardo, la sensazione di essere arrivati a casa dopo tanto vagare, di essere capiti, appunto, di poter finalmente stare insieme ad altri che stanno. Non si è più mosche bianche, qualcosa di sbagliato, uno scherzo della natura da correggere, bensì portatori di un disagio, esperito anche da altri, che comprendono e condividono con noi, questa stessa realtà.
Lo scambio sul forum, fornisce poi tutta una gamma di ipotesi circa le possibili soluzioni (emotive, psicologiche, cognitive, concrete, ecc.), rappresentando quindi un insieme di strategie più o meno ottimali, riguardo al problema in corso. Si apre nuovamente nella nostra vita, il capitolo delle possibilità. Si può cambiare, si può fare qualcosa per migliorare, altri l’hanno già fatto o lo stanno facendo. Insomma, grazie al dialogo, ritroviamo noi stessi e la nostra condizione, descritta da qualcun altro in un altro modo, con altri termini, altre immagini, con altre esperienze di partenza, tali da allargare la visione del prisma. La nostra situazione, descritta e letta da un’altra persona, ci permette di ampliare l’ottica, di infrangere l’idea di immutabilità. Non si è più soli, non si è più incompresi, non si è più impotenti. Si comprende con altri, si sente con altri, si trovano soluzioni con altri, si viaggia insieme!
A fronte di questi grandi poteri e vantaggi, dobbiamo ricordare i rischi che si innescano nel contesto on line. La condivisione fine a sé stessa, rischia di sollevare solo momentaneamente…
Internet è uno strumento di informazione, chiarificazione e scambio, che apre senza dubbio al cambiamento, ma il cambiamento poi avviene nella vita concreta, attraverso tentativi, errori, impegno quotidiano e non semplicemente con “un contatto” o clic su un sito! Del resto, ci si può collegare alla rete a qualsiasi ora, in qualsiasi posto, dialogare con persone sempre diverse, senza sottostare a obiettivi chiari ed esplicitati. Internet è troppo accessibile e comodo, come tale un gruppo on line può essere dato per scontato e svalutato. E’ un impegno ma non lo è, se si ha voglia, tempo ed energia ci si connette, altrimenti no.
Lo spazio on line, nei termini del forum, del sito, del blog, ecc., costituisce una prima guida di auto e mutuo aiuto, un primo avvicinamento a sé e agli altri, un binario importante e rassicurante, che necessita poi di una seconda fase di confronto e definizione all’esterno, nel mondo reale, fatto di situazioni, persone, obiettivi, sensazioni e contatti. In questo modo, si ottiene la giusta integrazione fra dentro e fuori, fra richieste illimitate e confini realistici, fra realtà e desiderio, fra fantasia e concretezza.
Io credo che la “terapeuticità” dei gruppi on line abbia il suo fondamento nell’aiutare ognuno a far si che trovi la capacità di dare ad ogni cosa, al proprio vissuto, alla propria esperienza, la giusta collocazione.